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В итальянском журнале ALL ABOUT JAZZ опубликована рецензия The Big Sax CD - Contemporary Baritone Saxophones | Slam Records (2009), автор - Libero Farnè

Questo disco vuole raccogliere alcuni validi contributi contemporanei nell'utilizzo del sax baritono, senza pretendere di essere esaustivo o di proporre "il meglio di...": un'antologia insolita con apici indubbiamente sorprendenti e parti più risapute.

Carlo Actis Dato è il protagonista dei primi cinque brani, registrati in solitudine il primo settembre 2008 nella sua abitazione di Mazzè. Si tratta di una serie di bozzetti prevalentemente sintetici e carichi di ironia, in cui emergono la sua vena pseudo-folk e la sua pronuncia sporca e grufolante, che fa largo uso della respirazione circolare e di armonici. Non sempre però la verve graffiante e la convinzione raggiungono i livelli a cui il sassofonista torinese ci ha abituati.

I quattro brani dello statunitense Charles Evans, registrati fra il 2005 e il 2008, tracciano un percorso variegato. "What," interpretato da un quartetto completato da Peter Evans alla tromba, Moppa Elliott al contrabbasso e Jan Roth alla batteria, propone un free jazz dinamico e scattante, mentre in "On Tone Yet Part I," in duo col pianista Neil Shah, gli impasti e le cadenze si fanno più pacate, concretizzando quasi un astratto neo-cool. Nei rimanenti due brani Evans, in solitudine, mette a punto un linguaggio più sperimentale, fatto di lunghe pause e di una sonorità pulita che a volte si avvicina a quella del fagotto.

Anche il britannico George Haslam, factotum dell'etichetta, presenta differenti aspetti del suo mondo sassofonistico. Il free meditabondo, equilibrato della solo improvisation "Viejo Lobo" lascia il posto ad un free più acceso e aspro in "El Puntanito," in duo con il pianista Roi Maciaz. L'atmosfera torna ed essere più rarefatta in "Thinking Allowed," che è il brano più sorprendente per il contributo di Stefano Pastor al violino, la cui originalissima qualità sonora prende quasi intonazioni flautate.

Anche grazie all'apporto del notevole percussionista Mika Kallio, il finlandese Mikko Innanen innesca un'improvvisazione asciutta, dalle cadenze staccate e nervose, che divengono relativamente più leggiadre e dondolanti in "Phönix," più corpose e densamente free in "Merkur".

Interessante e suggestivo, anche perché più degli altri protagonisti travalica la matrice jazzistica free, è il russo Sergey Letov. All'inizio di "Semipalatinsk" il suo baritono produce un bordone scandito da note puntate, mentre in primo piano si muove la tromba di Yury Perfenov, dal fraseggio mobile e melodico. In "LeBorRa" invece l'eloquio di Letov disegna una linea melodico-ritmica reiterata e incantatoria, assecondato dall'elettronica di Alexei Borisov e dalla voce di Rada Anchevskaya.

L'ultimo brano, breve, in solo, registrato nel febbraio 2009, vede il veterano cubano Javier Zalba reinterpretare la melodia di una sorta di standard cubano scritto da Ernesto Duarte. Per il sound morbido e caldo, per la cadenza rilassata, Zalba risulta essere il più "classico" dei sei autori assemblati in questo CD.